Il tour al museo della Liquirizia Amarelli è iniziato con una frase che, inaspettatamente, mi ha riportato ad un particolare del bambù cinese che avevo letto in Aleph, romanzo di Coelho. Ai tempi, quel particolare, seppure nascosto in qualche riga senza destare troppo interesse, mi aveva fatto riflettere. Il bambù cinese: “dopo aver piantato il seme, non accade nulla per quasi cinque anni – si vede soltanto un minuscolo germoglio. La crescita è interamente sotterranea: pian piano si forma una complessa struttura di radici, che si estende nel terreno sia in verticale che in orizzontale. Poi, alla fine del quinto anno, il bambù cinese cresce rapidamente fino a raggiungere l’altezza di venticinque metri”. La piantina della liquirizia, mai invadente e delicata 🌿🌸, ha delle radici altrettanto forti che invadono il terreno in profondità. Ho pensato a quanto l’apparenza possa ingannare, a come in una piccola botte si possa nascondere un tesoro, a come nella vita ci si possa rapportare con delicatezza, senza invadenza e presunzione eppure nascondere una grande forza. Ho pensato al valore delle radici e della loro linfa che è la storia di cui si fanno portavoce. Ho pensato alla mia Calabria, terra bella, dalle mille virtù.
Storia della Liquirizia in Calabria
La pianta della liquirizia arriva in Europa nel XV secolo ed in Italia trova terreno fertile e clima privilegiato in Calabria. Per la precisione, le aree di Cosenza, Rossano e Corigliano sono coinvolte nella produzione dell’80 % della liquirizia a livello nazionale. Nel 1715, il Duca di Corigliano ebbe il merito di intraprendere la commercializzazione della liquirizia calabrese in tutto il mondo grazie all’avvio di stabilimenti destinati alla lavorazione di quello che sarebbe diventato nel tempo il cosiddetto oro nero di Calabria. Lo stabilimento più celebre fu, e continua ad essere, quello della famiglia Amarelli, già coinvolta nella lavorazione della liquirizia a partire dal ‘500. Nel 1731 gli Amarelli intrapresero la trasformazione della radice di liquirizia in succo in un primo impianto di estrazione detto “concio“. Una volta tagliate, schiacciate e sfibrate, le radici venivano sottoposte a delle fasi di bollitura fino a ricavarne un impasto nero e denso destinato ad essere modellato nelle varie forme desiderate. Nel 2011 il prodotto ha ottenuto dall’Unione europea il riconoscimento di denominazione di origine protetta (DOP).
“Giorgio Amarelli” – Il Museo della Liquirizia
Oltre tre secoli di storia. La storia di una famiglia, di un’azienda e di una radice preziosa. Nel 2001 nasce il Museo Giorgio Amarelli che vanta oltre 40.000 visitatori annui. Realizzato all’interno della storica dimora e stabilimento produttivo della famiglia a Rossano Calabro, il museo, che ha ottenuto il “Premio Gugghenheim Impresa & Cultura” ed al quale è stato dedicato un francobollo della serie “Il Patrimonio artistico e culturale italiano”, espone vecchi attrezzi di lavorazione della radice, oggetti quotidiani, abiti e manoscritti. La visita al museo mi ha entusiasmato. Un’esperienza tutta Made in Calabria che vale la pena di essere vissuta e che consiglio. Perché mi entusiasmano sempre le storie di sacrificio, di perseveranza, di famiglia, di Calabria, di economia del territorio e di cultura d’impresa. Orgoglio del Made in Italy, nel mondo. Le visite al museo sono sempre guidate, gratuite ed in più lingue (se richiesto).
Alla fine del tour si può fare il pieno di liquirizie presso lo shop all’interno della struttura e gustare un buon gelato o caffè alla liquirizia 😋🌿❤✨. I miei preferiti ? I sassoliniii 😍 !!
Pina Amarelli, Lady Liquirizia 😊, Presidente della Amarelli Fabbrica Liquirizia ha ottenuto ad oggi diversi riconoscimenti di natura economico e culturale per essersi distinta nell’imprenditoria ed aver portato il Made in Italy nel mondo ❤.
Via Mibac